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mercoledì 13 ottobre 2010

Greenwashing. Ovvero usare l’ecologismo nella pubblicità. Per fregarti.

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Anche in Italia comincia a esserci una certa attenzione al fenomeno del greenwashing come si legge dalla ricerca di greenbean.it sulle campagne di comunicazione realizzate nel corso del 2008/2010.
Lo studio ha individuato 83 aziende che hanno pianificato una campagna pubblicitaria proponendo come messaggio principale temi legati alla sostenibilità.
Tra queste ben 53 presentano i sei errori in cui più comunemente incorrono i responsabili marketing italiani quando promuovono un prodotto “green”.
Basta evidenziare una singola caratteristica ritenendola sufficiente per classificare come “green” il prodotto, ignorando completamente altri aspetti più importanti. Di fatto quasi tutte le campagne analizzate da greenbean.it cadono in questo errore.
Altri fornirscono dati e informazioni presentandoli come garantiti, ma se li garantiscono loro stessi. Tipo conflitto di interessi, un concetto a molti familiare.
Insomma se vedete un qualsiasi prodotto che si fa bello con il verde, leggete bene, riflettete pensando sempre che vi stiano prendendo in giro. Solo dopo aver riflettuto acquistate o desistete a seconda se vi abbiano convinto o meno. Perchè quelli seri che fanno dell’ecosostenibilità il loro core business e lo pubblicizzano giustamente vengono fregati da chi invece usa gli stessi argomenti per convincervi in modo mica tanto onesto.

venerdì 28 novembre 2008

rinnovabili si, rinnovabili no.... la terra dei cachi?

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E come sempre c'è qualcuno che scrive a proposito delle rinnovabili.
Proprio ieri ho partecipato a un meeting di gente che parlava di nucleare ed energia in italia. Ok, io son contrario al nucleare, ovvio, come quasi tutti. Il motivo della mia contrarietà è principalmente nel punto riguardante lo stoccaggio e riciclo dei prodotti di scarto della produzione di nucleare. Per 'sti capoccioni invece i problemi erano di natura politica, ovvero dicevano una cosa giusta e che condivido anch'io: è si importante decidere bene quale politica energetica perseguire come nazione, sicuro! Ma ancora più importante è applicarla con serietà, non cambiando idea ad ogni refolo di vento facendosi portare oggi da una parte domani dall'altra e dopodomani chissà.
Nucleare o no, solare o no, rinnovabili, gas, petrolio, carbone.... quello che vuoi, ma una volta decisa una strategia bisogna perseguirla fino alla fine. E la strategia deve avere un respiro sui cinquanta anni, ma come minimo cinquanta.
E' quindi ovvio che nella Terra dei Cachi, ovvero in italia, non ci riusciremo mai, che i nostri politici pensno da qui a sei mesi, a come sfangarla e acome coprire i problemi con la cronaca straboccante da giornali e tv.
Speriamo che ci slavi qualcuno...